Nuove disposizioni VIncA

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La DRGV n. 2299 del 9 dicembre 2014, "Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/Cee e DPR 357/1997 e ss.mm.ii. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative.", sembra voler precedere quanto poi emerso con la sentenza della Corte Costituzionale n. 38/2015, ovvero far rispettare l'art. 5 del DPR 357/1997 che stabilisce che ogni piano, progetto o intervento, per il quale sia possibile una incidenza significativa negativa sui siti di rete Natura 200, debba ESSERE SOTTOPOSTO  a procedura di valutazione d'incidenza.

 E' un peccato che sia stata emanata questa nuova normativa, che cancella la precedente (dgrv 3173/2006), che solamente ora molte Amministrazioni comunale incominciavano a capire ed applicare! La nuova norma è in vigore dal 1° gennaio 2015, e sembra che le ripercussioni si stiano verificando in alcuni uffici pubblici con il blocco delle pratiche.

In teoria le premesse della delibera parlano di semplificazione e risparmio economico, ma ha una attenta lettura si resta in parte disillusi; in primis non vi più la distinzione tra piani-progetti-interventi realizzati dentro o fuori dei siti appartenenti alla rete Natura 2000, per cui in teoria tutti vanno almeno sottoposti allo screening. Poi vengono indicati nell'Allegato B tutte le attività / impatti che in teoria possono essere messi in gioco dai piani - programmi - interventi, ma non è chiaro in che modo debbano essere coinvolti e talvolta mancano della azioni basilari di interventi infrastrutturali.

Altro punto dolente è il piano di monitoraggio: la mancanza di dati dal punto di vista faunistico e fitosociologico stanno mettendo in crisi vari campi/attività forestali; il pericolo è che queste analisi effettuate ante - in - post intervento - piano, assumano un costo economico troppo elevato in relazione al piano - programma - intervento stesso. Per di più il tutto sui cittadini che intendono realizzare qualcosa.

Sorgono pure interrogativi sull'Allegato F, ovvero modello di dichiarazione liberatoria di responsabilità sulla proprietà industriale ed intellettuale: l'ultimo capoverso recita: "Riconosce alla Regione Veneto il DIRITTO di riprodurre, comunicare, diffondere e pubblicare con qualsiasi modalità, anche informatica, ai fini documentali, scientifici e statistici, informazioni sui contenuti e risultati dello studio accompagnate dalla citazione della fonte e dell'autore."  Sembra superfluo deliberare i diritti intellettuali, in quanto restano al libero professionista che nel firmare il documento se ne assume tutte le responsabilità in qualità di meriti e doveri, l'utilizzo è ammesso con dovuta citazione della fonte.