Ripristino prato-pascolo in area boscata

Le foreste italiane sono in continuo aumento, la stima provvisoria della superficie forestale complessiva è pari a 10,9 milioni di ettari con un aumento rispetto al 2005 di oltre 600.000 ettari!

In Veneto la superficie forestale nel 2005 era di 444.766 ettari, mentre attualmente le stime indicano una superficie di 465.624 ettari (aumento del 4.68%). L'aumento è andata a discapito di prati - pascoli ormai abbandonati da un'agricoltura sempre più specializzata che interviene in aree facilmente raggiungibili e potenzialmente produttive. A volte però capita che le piccole aziende rivalorizzino tutte le proprietà, per cui chiedono indicazioni tecniche per ripristinare il prato - pascolo esistente negli anni '80. L'intervento progettato sull'Altopiano di Asiago ha lo scopo di aumentare la superficie governata a prato - pascolo dell'azienda agricola per aumentare il pascolamento del bestiame.

L'area in esame ha un'esposizione prevalentemente nord, dalla forma stretta e lunga, disposta con orientamento nord - sud, lungo la direttrice di massima pendenza con angolo di pendio di 10° (20%), una morfologia variamente ondulata ed una quota compresa fra i 1050 e 1150 m s.l.m. Il progetto interviene a risolvere la non riuscita di un mutamento di specie da bosco di abete rosso a superficie a faggio. Quindi il progetto, che si intende proporre, ha un duplice scopo: 

  • per la parte superiore della proprietà, corrispondente ad una superficie di 1.51 ha, regolarizzare da un punto di vista amministrativo l’insuccesso del mutamento di specie ai sensi dell’art. 3 delle PMPF, riconducendolo alla trasformazione del bosco in altra qualità di coltura, ai sensi dell’art. 53 delle PMPF, nonché riduzione di superficie boscata, ai sensi dell’art. 15 della L.R. n. 52/78;  
  • per la parte inferiore, di estensione complessiva pari a 1.37 ha, 
    • per una superficie pari a circa 7050 m² istruire gli elaborati progettuali necessari prevedendo una trasformazione del bosco esistente in altra qualità di coltura, ai sensi dell’art. 53 delle PMPF, nonché riduzione di superficie boscata, ai sensi dell’art. 15 della L.R. n. 52/78; 
    • er la parte restante (pari a circa 6650 m²) prevedere la permanenza del bosco, ma sottoporlo a successivi trattamenti, che saranno meglio definiti in uno o più progetti di taglio da redigersi in contemporanea o in seguito alla realizzazione degli interventi prospettati con il presente progetto. 

L’intento dei proprietari è quello di abbandonare l’idea originaria di sostituzione di specie e di istruire una pratica di riduzione di superficie boscata ai fini di ripristinare il prato – pascolo; le superfici così recuperate andrebbero a rafforzare l’estensione dei terreni dell’azienda agricola che attualmente è costretto a prendere in affitto prati di terze persone per poter ricavarne il giusto quantitativo di fieno oppure per condurre al pascolo il bestiame.

 

L’area di intervento si inserisce nel distretto fitoclimatico esalpico con caratteristiche stazionali e climatiche tipiche della parte centrale dell’Altopiano dei Sette Comuni (Regione Veneto - Unità di Progetto Foreste e Parchi - e Università IUAV di Venezia, 2011). Attualmente, per la parte che non è stata interessata dalle lavorazioni per il mutamento di specie, il soprasuolo è costituito da una pecceta secondaria monoplana allo stadio di perticaia con età stimata in circa 40-50 anni, in cui l’origine artificiale, ancor oggi riconoscibile, è testimoniata dal sesto d’impianto molto fitto. La presenza di giovani esemplari morti in piedi è alquanto diffusa a dimostrazione della mancanza di cure colturali adeguate e tempestive, inoltre i rilievi sugli incrementi legnosi sottolineano che anche alcuni soggetti dominanti si trovano in situazione di sofferenza. La situazione per l’abete rosso è resa difficile dal numero elevato di individui ad ettaro, dal substrato calcareo e dalle caratteristiche della specie, nonostante vi sia una discreta umidità edafica grazie all’esposizione nord e una modesta pendenza del versante. 

li interventi che si intendono adottare al fine di ricostituire un prato pascolo sono differenziati in relazione allo stato attuale dei luoghi, alle condizioni morfologiche del terreno e allo stadio di sviluppo della componente arbustiva/arborea. Da un punto di vista operativo è opportuno lavorare prima sulla parte inferiore, con il taglio della componente arborea e successivamente eseguire sull’intera proprietà una lavorazione superficiale del terreno che consenta l’avvicendamento delle specie erbacee, con il ripristino ed affrancamento del prato-pascolo. 

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